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La dietoterapia

dietoterapiaEsistono alcune condizioni patologiche che richiedono un regime dietetico adeguato e calibrato sulle diverse situazioni. Tra queste ricordiamo: L’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, l’obesità, l’iperglicemia, il reflusso gastro esofageo, l’osteoporosi, l’iperuricemia, la cellulite, la stipsi o stitichezza. Il medico struttura un programma alimentare strettamente personalizzato, che ha l’obiettivo di calibrare il regime alimentare sulla condizione dell’organismo. Vengono eliminati gli alimenti dannosi, che vengono sostituiti con alimenti utili alla cura e alla prevenzione del suo benessere. La dietoterapia è dunque un mezzo di prevenzione e di cura di alcune malattie o delle loro complicanze, che opera per il mantenimento dello

 stato di salute. Viene preservato e mantenuto lo stato di salute dell’organismo, che assume sostanze idonee alle sue condizioni attuali e a potenziali scenari futuri.

Bisogna fare.

  • la raccolta dell’anamnesi e della storia alimentare del paziente;
  • la misurazione degli indici antropometrici, quali l’indicazione dell’indice di massa corporea, la misurazione dell’acqua corporea, la misurazione della massa magra e della massa grassa;
  • la spiegazione dei principi fondamentali per una corretta educazione alimentare;

Dimagrire, ingrassare, dimagrire di nuovo, recuperare infine abbondantemente tutti chili persi: questo è quello che succede al 90% delle persone che decidono di intraprendere una dieta, ma che evidentemente commettono qualche errore durante il percorso
L'attivazione del circuito restrizione disinibizione.
La dieta dimagrante nel senso convenzionale del termine nel lungo periodo è sicuramente perdente. Impone all'organismo una restrizione calorica e di carboidrati che innesca l'inevitabile perdita di controllo e il recupero dei chili persi.
La prescrizione dietetica nell'obesità attuata segue le linee diagnostiche e terapeutiche adottate dalla Mayo Clinic (USA) e quelle dettate del Ministero della Salute.
"Per la maggior parte degli individui si raccomanda una moderata restrizione calorica che equivalga o si avvicini alla stima o alla misurazione del metabolismo basale"
Questo livello calorico è sufficiente ad ottenere un calo ponderale di circa 250-500 g a settimana a seconda del livello di attività fisica.
Diete ipocaloriche ( 1200 Kcal ) non comportano rischi così immediati come le diete altamente ipocaloriche, ma sono associate a modificazioni metaboliche indesiderate e non si sono dimostrate efficaci nel lungo termine.
Per tale motivo effettuiamo di routine la Calorimetria indiretta per lo studio del metabolismo basale per poter prescrivere diete altamente personalizzate efficaci e sicure.
Se necessario, per completare l'inquadramento diagnostico, si programmano approfondimenti specialistici quali test genetici utili per la programmazione del piano terapeutico.
In dodici anni, con questo metodo, sono stati seguiti circa 8000 persone con risultati stabili nel tempo in una percentuale elevata dei casi.
Una dieta elaborata in rapporto al metabolismo basale misurato associata a un percorso di educazione alimentare e motoria aiuta a perdere i chili in eccesso.

Una volta accertata la presenza di una qualche intolleranza alimentare bisogna procedere con una terapia adeguata. In questi casi la dietoterapia è la soluzione maggiormente consigliata dagli esperti che, naturalmente, necessita dell’intervento di un nutrizionista. Le fasi della dietoterapia sono tre: dieta depurativa, dieta di esclusione, reintroduzione dell’alimento escluso.

Di solito, la dietoterapia contempla tre diverse fasi:

  • dieta depurativa per liberarsi dalle tossine accumulate
  • dieta di esclusione (degli alimenti a cui si è intolleranti)
  • reintroduzione graduale degli alimenti che si erano esclusi dalla dieta

La dieta di esclusione solitamente è più indicata a chi soffre di vere e proprie allergie alimentari. Infatti, escludere per sempre dalla propria alimentazione alcuni cibi, comporta dei rischi soprattutto in età pediatrica. Nel caso di intolleranze alimentari è consigliabile una dieta cosiddetta di rotazione. Questa consiste nell’esclusione, a cicli, degli alimenti a cui è stata rilevata l’intolleranza che verranno, poi, gradualmente reintrodotti dopo una fase di disintossicazione. La dieta di rotazione può avere durata variabile a seconda dei soggetti e del tipo di intolleranza riscontrata. I tempi vanno da tre mesi a un anno, secondo prescrizione medica. Una volta trascorso tale periodo, l’alimento ‘incriminato’ dovrà essere reintrodotto in maniera molto graduale affinché l’organismo non subisca dei traumi.Nel caso in cui un alimento non possa essere reintegrato e si debba procedere con una dieta di esclusione (come avviene per il latte o per crostacei e le arachidi), si può optare per alimenti con caratteristiche nutrizionali simili a quelli esclusi.Dopo aver eliminato o ridotto il consumo degli alimenti responsabili delle intolleranze, bisogna diminuire anche il consumo di cereali, legumi e patate così da ottenere una riduzione dell’introito di amido che porterà a un miglioramento della funzione intestinale. In commercio esistono preparati di batteri eubiotici capaci di riequilibrare la flora batterica intestinale. La dietoterapia è molto efficace e, una volta terminata, ci sono buone probabilità che l’intolleranza alimentare sparisca.

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